Credulone, i mirtilli, i frutti...

 

Credulone, i mirtilli, i frutti,
le bacche dell’età
e dell’estate sfacendo nelle dita,
dei colori padrone eterno
mi credevo.

Piccola spora su un albero vivente,
che per un nobile scopo
la mia sola natura creata fosse stata
reputavo vero.

Le solitarie sere, che ostinatamente mi impongono
di dimenticare
il linguaggio
dei gesti, delle pelli,
del muoversi senza scopo,
si proposero insegnarmi un rito di penitenza.

Quando, di me cosciente, al mondo taccio
e un me modesto scopro
segrete gioie e inaspettati premi
ottengo.
Delicati germogli ancora
da me protendo.
Inaspettabili fiori crescendo.

Canto d'inverno. Mia ultima stagione