Guance in fiamme mi figuro...

 

Guance in fiamme mi figuro
non per la corsa
ma dall’esplorazione attenta, tenace
su di te lasciata
dai polpastrelli.

Guance rosse e tendini tirati
sulle cosce
tesi e doloranti mentre si attende
che dell’amore il peso porti
le mani in basso.

Il peso, il pesante desiderio che chiama
verso l’inguine
verso il fluire tutto dei pensieri
dove s’irraggia l’essere donna dove,
chino, vorrei giacermi
e pascere languenti lamentosi odori.

E d’altri tempi e con ben altri accenti i termini
e il linguaggio
reimparare ad usare
per fare bianchi i giochi di lussuria
amati giochi
teneri
compiacenti e cortesi.

Senza violenza mordere si può
e sesso e cuore
e il sottile irregolare segno dei denti
mettere a sigillo.

Penetrandomi in te
tutto mi svelo.
E tu mi leggi senza allontanarti.

Canto d'inverno. Mia ultima stagione