I pericoli della sera...

 

I pericoli della sera
quando e il tremare delle mani
e le macchie
che la pelle incastona ridono di te.
E le mille fanfare del farò domani,
i menefrego e gli incontri mancati,
i sorpassati ideali dimenticati.
Le spirali delle parole
le sole che ti salvavano a stento
dall’ipocrisia del vivere
quotidiano.
La mano che ti guidava,
che cercavi, che trovava la tua
senza domandarti un perché, senza chiedere.
I lampi della sera che non sai
se ti stiano dentro o lottino là fuori.
I piccoli dolori addomesticati,
i fiati viso a viso d’inverno.
Passa via, passa via,
un così è stato, un così sia
da fine preghiera, senza coscienza vera
di quello che si dica.
E poi e poi l’amore
che vorresti riprovare ancora
per una volta, una volta sola
ancora.
E la pena dell’unghia
che ti incida il cuore
che scriva un nome
che non tolga la parola fine dal tuo vocabolario.
Un arcolaio che tessa ancora.
Un alzarsi all’alba pieno d’energie.
Un perdersi per strada,
come un cane senza padrone
gioioso.
Una passione
come c’è stata.
Che la memoria accecata dal tempo
non ti da più.
E quel sapore di vita
che dà il dolore
d’una ubriacatura dei tuoi bugiardi occhi
finita.
Tutto questo, tutto quello che ostinatamente
chiamiamo vita.

Canto d'inverno. Mia ultima stagione