Nelle periferie più squallide...

 

Nelle periferie più squallide
m’appeno.
Inutile barriera, baluardo di pezza,
l’anelito che porto di bellezza
sparisce.

Scolpiscono le tetre luci gli scomposti
segni sui muri
e accorato e randagio urlo dei cani
si ripete.
Insiste nella foschia. Squallido e pauroso.

A guardarmi più da vicino
restano, mi restano soltanto,
briciole di cristallo fra le dita.
Inconsistono in me che mi disfaccio.

Dimmi di te
malgrado tu non voglia. Più.
Non accogliermi adesso
ma restami vicina.

Breve è la sera che è rimasta.
Dimmi di te. Ricordami.
Con cantilena lieve
del nostro amore mormora.
Che era.

Canto d'inverno. Mia ultima stagione