Pressappoco un momento fa...

 

Pressappoco un momento fa
un attimo prima di adesso
in un tempo che ancora esiste come scia
ripensamento
impallidendo sfoltisco,
operaio del mio giardino, i pensieri.
Come se fossi stato via
come ogni buon commesso riordino
le cose
da vendere da buttare datemi in cambio
di qualche cosa
che non ho contato che non ha numeri
o dimensioni
o suoni o colori o tempi.
Movimenti e cadenze ci sono regolati
da chissà chi forgiati
su questi ci misuriamo, noi ci pieghiamo
adattati mortificati
nella carne impoveriti d’identità vera
rapinati
da noi stessi inesorabilmente allontanati.
Chissà per quale gioco.
Sulla testa ci passa
un mondo sconosciuto per incastri di errori
costruitosi male,
sulle nostre statue insipide di sale
appollaiate o frenetiche
ansiose impudiche ascetiche.

Chi ci fece scordare l’essere animale
ci puń d’inconosciuto peccato
appesantendoci di una eterna pena.

Che questo termine “eterno” ci inchioḍ
sul cuore
per quanto fosse lecito talvolta
dubitare.
O sperare.

Prigioniero d'un Dio