Nella polvere che mi investe il viso...

 

Nella polvere che mi investe il viso
(un colpo di vento improvviso) scorgo l’angelo
condottiero
che mi irraggia d’un sorriso
falso
strafottente. Di nuovo perdente
un sali e scendi continuo a accumulare
sulla strada mai scelta
scientemente della vita. Paragoni mi faccio
e piagnucolo sul tempo che passa
che passa via
che va fuori di me veloce, una croce
delicatissima da portare
sempre più lieve, purissima neve,
di lezioni imparate che non puoi più ripetere
di emozioni,
d’amore, di arterie elastiche e tese,
di mani prese e baciate carezzate, di palme
consenzienti violate,
di lacrime leccate, di abbracci.

Se nella memoria di una generazione passiamo
senza eredità
di spiriti, abbandoniamo l’esistere
dolentissimamente.

Granelli di sabbia reali che malgrado mani
ed occhiali
mi solcate le cornee vistosamente arrossate
le ciglia pelate
le narici ampliate in un soffio d’ansia
e le paure le angosce senza nome ravvivate.

Di ogni cosa si serve il Padrone
per ridarti dimensione confacente al tuo ruolo.
Più piccole sono le cose
più ti ricorda minuscolo di fronte al tuo specchio.

Ma che ti pensi d’allucinante amore come glassa succosa
ti ricopre.

Prigioniero d'un Dio