Incautamente tentai...

 

Incautamente tentai,
pavidamente me ne restai nascosto.
Suggestionato dal tempo
sempre pensando a quello e perdendone il metro.

Teso a salire in alto dentro di me,
continuamente scordando,
e quale pietra di paragone pensandomi,
assetandomi di desideri,
di passioni e pensieri impuri
disimmacolandomi.

Prendendomi a limite e metro,
mentendomi.

Ma mordendoti il seno fino al limite che ti piace
quando non tace il cane
e il bosco è tutto un parlottare
e dalle fessure la luna e le auto sulla strada
e poi e poi dopo
ascoltandoti addormentare.

Innumerevoli si compongono i non fare
sulla lavagna
che cancellare non posso.

Ovunque vada la porto addosso.

E lo stridio incessante del gesso che incide
continuamente m’uccide.

Prigioniero d'un Dio