C’era un sapore...

 

C’era un sapore
come di fragola, nelle cose
che facevamo. Insieme.
E del raspare che faceva il vento
ti rammenti?
Tu trattenevi me
perché lasciassi un segno sul tuo cuore.
Lo svuotarsi continuo della carne
sembrava non cessare.
Tu prendevi da me
la parte che mancavi.
Altri sensi, altre attese mi fiorivano dentro
oltre la tua.
L’aria che ci garriva fragili
su diversi sentieri ci ha dispersi.
Io qui, nell’ora tarda
medito senza scopo,
luogo non ho, non trovo e non ricerco
dove aspettarti.
E vanno e vanno i giorni
e le stagioni
più rapide di luce che sbocci nella notte.
Piango in me
altrui dolori, schivo, meschino
e rattrappito.
Come assopito, il vivere che ho intorno
solo mi sfiora.
L’altrui dolore più non m’addolora.

La perdita di te, bastante pena
data fu in punizione.
La perdita di te, che spense senza scampo
ogni passione.

Canto d'inverno. Mia ultima stagione