Un momento, un istante solo...

 

Un momento, un istante solo
come un volo che si innalzi,
come un corvo nero
che ti guardi e rida
quasi immobile in aria,
fermiamoci.
Come lo sguardo tuo
che pensavo mi appartenesse
e che scivolava via, che andava via,
che scivola su me anche adesso,
fermo e sassoso
tutto compreso del mio essere
che invece non conta niente.
Supinamente con lo sguardo i colori
sguarniscono le cose
scialbano.
Come rivoli di sudore, come lacrime
di donna
sincere,
vanno giù in basso
in un luogo che non si vede
e che cede le forme a una nebbia
leggera
posata in terra da una mano d’elfo,
o demone
o innamorato cuore.
E il passato che torna
si può ancora falsare, rielaborare,
convincendo te e gli altri
che fra i rami torti
fra i burrascosi frammenti
con accenti diversi, in lingue nuove
che ho imparato
inventato per te soltanto
la mente sia lucida
ancora.
Ma l’aurora non viene presto
ascoltami
non viene quando vuoi tu,
non ha balletti di luci e d’acque
se lo desideri.
Va e se ne va.
Va quando può e vuole
senza chiedere permesso o scusa.
Non usa tenere conto
della necessità di toccarti che ho,
della voglia di mangiarti un po’
che mi fa star male
che mi piglia fra lo stomaco e l’intestino
privandomi della ragione.
Che tu non possa più amarmi
può ancora andare
ma almeno pensarti un momento
mandando balbettii d’amore
mi sia permesso.
La coscienza quale feroce tarlo
mi si sgranchisce dentro.
E il futuro ha un momento
di pausa.
La paura del male che verrà
mi assale.
I chicchi rilucenti
delle piogge che ti inargentavano
non ti bagnavano solamente.
Ogni goccia sentivo su di me cadere,
credimi, come per una legge divina.
Sapientemente.

Canto d'inverno. Mia ultima stagione