Un motivo di più per non rimpiangere...

 

Un motivo di più per non rimpiangere
(quel continuo starmi addosso da me
per consolarmi).
Viene fuori adesso, rappreso nella nebbia
rada e bagnata
inconsueta per il tempo e il luogo.
A poco a poco
vorrei riapparire più per me che per gli altri
e, in questi ultimi tempi,
se mi saranno dati, dare.
Inconsueta anche questa abitudine, mai provata,
mai ricercata,
soltanto figurata, recitata a tratti
sul palcoscenico delle cose che ansiose
di me
di me mai sono state, che non si sono avvedute
quando c’ero
e ora mormorano su un me sconosciuto
che ansimante passa a disturbarle
dal loro estatico riposo,
Ché della mia presenza bisogno
non s’era mai sentito.
Il rumore del tempo inquieto che tuona
spaventando sia me
che il mio cane, su un piano di parità,
mi fa con lui una cosa, sola,
ed il sentirsi l’uno all’altro addosso
tiene lontano il buio e la paura.
Sul suo collo e sul dorso
passo la mano
e nessuno di noi pensa a quell’altro.
Me ne sto così all’aria, d’estate rabbrividendo
sul ritmo
d’una imprevista pioggia.
Poggiano e si saldano dentro di me i tempi
e zavorrano i miei pensieri
che rimangono in fondo, dove non so esprimere.
Lentamente continuo a sopprimere
i tentativi d’essere, anch’io, ragione
per il mondo.

Canto d'inverno. Mia ultima stagione