I portici ondulando vanno appresso agli occhi...

 

I portici ondulando vanno appresso agli occhi
che fissi stanno,
come aspettando
a trapassar colline e muri, sicuri
di non essere visti.
Sul tappeto multifiorito delle emozioni
mi costringo a stare
senza più compromessi.
Ma compromesso lo sono ancora
perché sono, perché sono stato,
tutto dandomi
tutto vendendomi in malo modo.
Il chiodo della follia che mi si è intrecciata
addosso entra dentro di me sempre di più
man mano che le difese della carne
cessano.
Gli occhi fissi al punto indecifrabile lontano
paventano il momento
di vedere.
S’esaltano nel non distinguere.
Alibi danno al fato, al miliardesimo
miliardo percentuale di fato
che mi è toccato. Non mi va di sentire
il dolore delle giunture vecchie, delle orecchie
colpite dal rumore
che fa il cuore che pompa.
A ogni pompata più d’appresso si fa
quel che non vedo.
Quello a cui più non credo.

Canto d'inverno. Mia ultima stagione