E’ il riproporsi di giorni tutti eguali...

 

E’ il riproporsi di giorni tutti eguali,
è la calma dell’estate
che ti circonda intero,
è l’osservare, inerte, il correre il frinire il cicalare.
Un passaporto reso, un giardino
d’un paese inatteso
di cui ho mai letto. Aspetto.
Nessuna speranza ideale risulta vitale
ogni passione è rappresa
come chiusa, un bozzolo abortito
lasciato, per incuria, a seccare.
Un posto, uno strapuntino invocavo
che pure dovrebbe essermi stato assegnato.
Senza una meta, ad occhi chiusi, indago
vago senza speranza
in una stanza zeppa e confusa
di oggetti e suoni e voci alla rinfusa
messi lì.
Spostandoli si creano altri modi
possibili
d’essere, di esplorare.

Il sole mi si è scipito in mano.
Invano tento, in punta della lingua, ricordare
le amare stimolanti
giovinezze.
E gli stupori.
E le carezze perse.

Canto d'inverno. Mia ultima stagione